21 Ago Malocclusione: quale fisioterapia?
Quando la dentatura non è corretta, ovvero quando si manifesta un combaciamento dentale anomalo, è presente una malocclusione.
Un’occlusione ottimale è associata ad un’azione armonica dei muscoli masticatori il cui sforzo muscolare è minimo. Al contrario se vi è un’alterazione dell’occlusione essa richiede sforzi muscolari addizionali di stabilizzazione. Con il concetto di normocclusione sembra corretto dire quindi, che essa non è limitata al semplice raggiungimento di una buona estetica e di un buon ingranaggio dentale, ma va oltre. Secondo molti Autori, “raggiungere la normocclusione significa ottenere l’armonia statica e dinamica tra le strutture basali-neuromuscolari, strutture dentali, e i tessuti molli”. Ciò significa, quindi, rispettare non solo la funzionalità dei denti, ma anche quella di tutti i muscolo tra loro concatenati.
La modalità per cui uno squilibrio occlusale anche di modesta entità possa avere ripercussioni sull’assetto corporeo è di tipo “non lineare”.
A differenza della matematica lineare, in cui vi è una diretta proporzione tra stimolo ed effetto, nella matematica non lineare, anche una piccola variazione può essere in grado di produrre effetti sensibili. Da un punto di vista lineare, quindi, squilibri occlusali non dovrebbero interessare grandi spostamenti di masse corporee, cosa invece possibile da un punto di vista non lineare. Essendo la connessione tra occlusione e postura una relazione di tipo non lineare, non tutte le persone con problematiche occlusali presenteranno quadri posturali alterati.
In caso di precontatto, eccessivo o ridotto o addirittura assenza di spazio libero verranno attivati muscoli accessori del collo che sposteranno la posizione del capo. Il baricentro del corpo subirà uno spostamento anteriore o posteriore; i muscoli sottostanti dovranno attivarsi per il mantenimento dell’equilibrio, agendo sull’intera colonna vertebrale e alterando la verticalità dei segmenti corporei. La conseguenza sarà un’ alterazione posturale.
Tutti gli squilibri posturali potranno a loro volta generare l’insorgenza di patologie ortopediche (scoliosi, lombalgie, cervicalgie, ecc.) che potranno essere definite secondarie ad un primario coinvolgimento patologico dell’apparato stomatognatico.
Lo scopo della fisiopterapia e del fisioterapista è riuscire, attraverso le proprie conoscenze e la propria esperienza e riconoscendo i propri ambiti e i propri limiti d’azione, a risolvere il problema che affligge il paziente.
Nella costruzione di un corretto intervento fisioterapico si dovrebbe tener conto, oltre che della diagnosi medica, anche degli aspetti disfunzionali che caratterizzano il quadro clinico e della natura complessa e multifattoriale dei disordini posturali. La gestione clinica dei pazienti affetti da alterazioni posturali è ostacolata dalla natura multifattoriale di tale patologia e dalla possibile sovrapposizione di sintomi provenienti dall’apparato stomatognatico, con disturbi provenienti da distretti contigui o generati da problematiche sistemiche. Tali caratteristiche rendono necessario un approccio multidisciplinare in cui intervengano simultaneamente più figure professionali e, proprio in questo contesto, il fisioterapista diventa una figura di rilievo all’interno del team che si occupa della gestione del paziente affetto da problematiche posturali. Fondamentale sarà quindi, in primo luogo, una adeguata diagnosi differenziale del problema posturale.
In particolare la fisioterapia si avvarrà di utilizzare più tecniche differenti al fine di raggiungere il proprio risultato: esercizi di stretching,esercizi di controllo neuromuscolare, esercizi di rieducazione e ricostruzione posturale, mobilizzazioni, massaggi, tecniche di terapia manuale, etc.
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