05 Lug La globalità del trattamento in fisioterapia
La visione globale in fisioterapia passa attraverso un esame globale del paziente e richiede una perfetta conoscenza dell’anatomia e della fisiologia, ma anche una conoscenza del movimento (micromovimento e macromovimento) inteso come caratteristica “primaria” di tutti gli organismi viventi. Movimento inteso in senso “globale”, quello che anima il nostro corpo a tutti i livelli.
Questa funzione primaria è vitale e rende possibili tutte le altre funzioni fisiologiche. Nello stesso modo il movimento può essere condizionato dalla struttura, intesa come armatura costituita da parti dure, molli o liquide che in continuità determinano la morfologia dell’uomo, la sua posizione, i suoi movimenti. E’ il sistema neuro-mio-fascio-scheletrico fatto per agire e definito da Korr “macchinario primario”. La relazione tra la struttura e la funzione avviene sempre in maniera globale attraverso tre legami, fluidico, meccanico e neurologico; senza trascurare l’elemento emozionale-psicologico. Questi legami rappresentano le facce di un’unica capacità dell’uomo, “l’omeostasi”. Quando l’uomo è in omeostasi è in equilibrio con se stesso.
Le biotipologie
Nello studio e nell’analisi posturale complessiva del soggetto dobbiamo mantenere questa visione generale per capire la patologia della struttura, e non solo, e giustificare la nostra azione terapeutica e manipolativa. Anche se Francoise Mézières parlava di postura “ideale”, il tipo ideale è “antifisiologico”, basti pensare allo schema destrimane. In realtà bisogna tener conto di due tipologie più vicine alla realtà. Il tipo “anteriore” o ipertonico ed il tipo posteriore o ipotonico: esse sono le rappresentazioni di due tipologie più realistiche. Il tipo anteriore è quello con una predominanza dell’apparato elevatore del torace, dei muscoli sospensori del cingolo scapolare, scaleni, angolari, accessori della respirazione e probabile lesione in inspirazione della prima costa. La colonna cervicale è lordosizzata per retroversione degli scaleni, il mento è sollevato e anteriorizzato per conservare l’imperativo statico dell’orizzontalità dello sguardo ed infine gli sterno-cleido-occipito-mastoidei trascinano il capo in avanti e riducono la cifosi dorsale alta.
La sinfisi mentoniera è in avanti rispetto alla sinfisi pubica. I muscoli trapezi ed elevatori delle scapole sollevano le spalle, mentre i gran dentati sono responsabili delle scapole sporgenti. Inoltre questo squilibrio anteriore è evidenziato dall’antiversione del bacino controllato solamente dalla tonicità degli ischi-crurali. Il paziente presenta un torace bloccato in inspirazione alta, con evidente limitazione del movimento delle coste superiori ed una respirazione diaframmatica ed addominale. Il tratto dorsale è piatto, tutto questo squilibrio anteriore cervico-toraco-pelvico è mantenuto solamente con un’ipertonicità dei muscoli della catena posteriore e della zona glutea. A livello del poligono d’appoggio, lo squilibrio anteriore è mantenuto dall’ipertonicità dei muscoli solei, con marcata iperestensione delle ginocchia. Ipertonicità cervicale posteriore, ipertonicità rachidea posteriore, ipertonicità pelvica posteriore, ipertonicità posteriore degli arti inferiori formano la “catena dei posteriori” di F.Mézières.
La tipologia anteriore o ipertonica presenta altre anomalie strutturali, diaframma in spasmo, pressione sui legamenti inguinali e anomalie funzionali, come ernie inguinali, cistite e affezioni oculari. Mentre nel tipo “posteriore” o ipotonico contrariamente alla tipologia anteriore, tutto è atonico, il paziente è incapace di mantenere il suo assetto pelvico attraverso la massa glutea, arretra il baricentro fino alla tensione degli ileo-psoas. Tutto questo squilibrio si mantiene attraverso una lordosi relativamente passiva, ed è compensato con uno spostamento in avanti del capo e da una cifosi dorsale. Il cingolo scapolare è cadente e ruotato in avanti, gli organi toracici sono compressi dentro una gabbia toracica depressa e discesa, il diaframma retroverso, la pressione addominale prevalentemente sui visceri.
Infine la massa addominale spunta in avanti con evidente ptosi per deficit dei muscoli trasversi dell’addome, in questo soggetto la linea di gravità è posteriore (talloni) e per mantenere un equilibrio generale soddisfacente, il paziente è costretto a flettere le ginocchia appoggiandosi alla tensione dei quadricipiti. Può presentare anomalie strutturali e funzionali, diaframma abbassato, pressione sui visceri, perineo indebolito, asma, prolasso rettale, stitichezza ed emorroidi.
La cosa sorprendente, inoltre è che il tipo anteriore ha un carattere più incline alla cura di se, del suo corpo, del modo di vestire ed è caratterialmente più narcisista. Il tipo posteriore è invece più pigro, meno attento ai particolari e superficiale.
Nella valutazione iniziale in fisioterapia posturale, quindi, bisogna mettere tutto quello che si osserva in relazione alla tipologia del paziente che abbiamo davanti prima di porci degli obiettivi che non saranno gli stessi relativi ad un altro paziente; considerando anche le varie tipologie intermedie.
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