Compito della fisioterapia nella cura e prevenzione dei dismorfismi muscolo-scheletrici

Compito della fisioterapia nella cura e prevenzione dei dismorfismi muscolo-scheletrici

La fisica insegna che qualunque materiale venga deformato con variabili forza/tempo subirà delle variazioni permanenti residue in base al proprio coefficiente di elasticità.
Nel muscolo si trovano due materiali elastici differenti: la parte contrattile dell’actina e miosina e la parte connettivale delle membrane e dei tendini.
Per quanto concerne la parte contrattile del muscolo questa potrà solo contrarsi e rilasciarsi, il suo coefficiente di elasticità è molto alto e più che in modificazioni strutturali permanenti è interessata ed implicata negli innalzamenti del tono muscolare.
Le componenti connettivali, invece, avendo un coefficiente di elasticità minore, potranno rimanere accorciate o allungate in maniera proporzionale alla forza, alla durata e alla frequenza dello stimolo loro applicato.

Entrando maggiormente nello specifico, i muscoli sono composti da fasci muscolari ricoperti da una fitta rete di tessuto connettivo (il tessuto bianco che si nota quando tagliamo trasversalmente un muscolo). I fasci muscolari possono essere suddivisi in tanti piccoli filamenti più sottili chiamati fibre muscolari. Tali fibre sono ricoperte a loro volta da un altro tessuto connettivo.
Ogni fibra muscolare, inoltre è suddivisa in tante piccole miofibrille ,anch’esse ricoperte da una membrana di tessuto connettivo chiamato sarcolemma.
Le miofibrille sono composte da filamenti contigui o congiunti, in base all’azione esercitata (contrazione o rilasciamento), di actina e miosina.
Nel muscolo, pertanto, vengono a trovarsi due materiali elastici differenti: la parte contrattile dell’actina e miosina e la parte connettivale delle membrane e dei tendini.
A fine contrazione, tutte le componenti connettivali avranno subito una modificazione di tipo compressivo e la loro sommatoria determina l’accorciamento residuo del muscolo.
Il muscolo quindi, agisce come una forza compressiva e non è in grado, autonomamente, di allontanare le proprie inserzioni.
Anche nelle contrazioni di tipo eccentrico la porzione contrattile lavora comunque in compressione.
Nell’atto del sedersi, ad esempio, il quadricipite modula la velocità di discesa e nel punto di arrivo si trova complessivamente più lungo che alla partenza.

La lunghezza complessiva è però all’interno del range della massima lunghezza fisiologica o relativa del muscolo stesso.

La modulazione della velocità di discesa, avviene tramite una sommatoria di momenti di contrazione e di rilasciamento delle porzioni contrattili. Potremmo quindi definire la contrazione eccentrica come una sommatoria di contrazioni isometriche pulsanti, eseguite a diversa intensità, in un dato tempo.
Anche questo tipo di contrazione, avvenendo ad una lunghezza complessiva del muscolo che è inferiore a quella della sua massima lunghezza fisiologica o relativa, determina l’attivazione in compressione attiva della porzione contrattile ed in compressione passiva della porzione connettivale della fibra muscolare.

In conclusione le contrazioni muscolari con avvicinamento delle inserzioni e le isometriche non in massimo allungamento fisiologico o relativo, in funzione della forza tempo di contrazione, produrranno una perdita della lunghezza del muscolo a carico della componente connettivale ed un aumento del tono basale a carico della porzione contrattile.
A livello scheletrico, la conseguenza sarà che le ossa su cui i muscoli si inseriscono subiranno progressivamente delle forze vettoriali di trazione, tali da modificarne la fisiologica sequenzialità.
A livello muscolare, il progressivo accorciamento della componente connettivale e l’aumento del tono basale della parte contrattile, determinano l’aumento della forza resistente del muscolo, ma al contempo ne diminuiscono la capacità di lavoro (forza per spostamento) e di potenza (il lavoro prodotto nell’unità di tempo).La fisioterapia e la terapia manuale devono essere capaci,con tecniche adeguate,di contrastare questo fenomeno mantenendo la forma anatomica delle strutture.

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