Il dolore in fisioterapia

Il dolore in fisioterapia

È di fondamentale importanza saper distinguere ed interpretare il dolore da parte del fisioterapista educando il paziente a riconoscerlo; ciò può facilitare notevolmente il lavoro scremando le informazioni somatiche durante il trattamento.

Generalmente possiamo distinguere tre tipologie di dolore: chimico, meccanico e cronico.

Il dolore chimico è in realtà quello di tipo infiammatorio ed è quasi sempre localizzato e costante; associato a calore, rossore e/o tumefazione. Ha una durata breve(mediamente dai 5 ai 20 giorni) e l’effetto dei farmaci è risolutivo.

Il dolore meccanico è causato da una eccessiva tensione dei tessuti molli che stimola i nocicettori ed i meccanorecettori (organuli presenti nei tessuti che informano il cervello sullo stato di allungamento degli stessi). La torsione eccessiva di un dito o una postura viziata mantenuta per lungo tempo dà dolore; basta riportare il dito in asse o cambiare  postura che il dolore scompare. Il dolore meccanico è caratteristico, quindi, perché alcuni movimenti o cambi di posizione ne possono abolire, ridurre o variare di posizione i sintomi. Questa peculiarità è detta “dolore riferito” e pare sia causata dal fatto che il cervello ,non essendo perfetto nel suo funzionamento, sbagli ad irradiare il sintomo sul corpo.

L’effetto dei farmaci è spesso momentaneo e per risolvere il problema bisogna riportare il tessuto nella condizione originaria.

Il momento e l’intensità del dolore dipendono dalla elasticità dei tessuti e da altri fattori quali anche il vissuto prettamente soggettivo del sintomo.

Purtroppo raramente si sfugge a questo destino a causa della normale modificazione dei tessuti che avviene con l’età; essi infatti perdono elasticità, si disidratano, si addensano e si modificano, accorciandosi e diventando più sensibili allo stiramento.

Il dolore cronico  invece è un dolore presente da molto tempo e spesso è influenzato da fattori neurofisiologici, psicologici e sociali; spesso di origine meccanica.

È necessario quindi che in fisioterapia il paziente sia educato a queste distinzioni in modo da saper capire la differenza anche tra quello che Mézières chiamava “dolore buono” e “dolore cattivo”. Il dolore prodotto da alcune manovre in allungamento decompensato, ad esempio, che può perdurare anche fino a 48 ore, è da considerarsi assolutamente normale.

La fisioterapia ,quindi, deve misurarsi con massima competenza con il dolore di tipo meccanico mentre quello di tipo cronico od infiammatorio necessita spesso di un approccio multidisciplinare medico-specialistico.

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